lunedì 30 novembre 2009

Ricaricabile

Diciamo subito per i miei amici telecomunicativi che non è un abbonamento.
Qui si parla di me...sai che novità, direte! Sono io che vorrei essere ricaricabile. Vorrei tornare a casa la sera e infilarmi nella presa di corrente, farmi piccola piccola per entrare in quei buchini.
Come un telefono dopo giornate piene di sms, mms, foto, chiamate fatte e ricevute, archivia, cancella, inoltra e rileggi...la batteria si scarica. Ma meno male che poi c'è il cavetto miracoloso.
E il mio cavetto dov'è? dov'è che posso farmi ricaricare io? a che cavetto mi attacco? a che Santo mi raccomando? inesorabile il suono intermittente mi segnala che la batteria è quasi in asaurimento, anche io sono quasi in esaurimento. Allora che si fa? Il telefono lo salviamo, facile, basta quel filo che lo tiene legato e lui presto potrà godere di nuova vita.
Ma io? il suono intermittente soffoca tra impegni, lavoro, impegni, figlio, impegni, lavoro, impegni, amici, impegni, impegni, impegni.
Impara a dire no. Questa è la soluzione pare. Già, ma non si impara in un giorno e nemmeno in un mese. E intanto mi spengo come il telefono tra le mani quando il cavetto...accidenti lo avevo lasciato in ufficio! Come vorrei essere ricaricabile!

lunedì 12 ottobre 2009

Giù le mani da mio zio.

Sono indignata. E mi vegogno per le madri di quei teppistelli romani che hanno aggredito i due ragazzi che che si baciavano a Roma. Ma ci pensate voi che cosa deve provare una persona, che solo perchè ama chi vuole, passeggiando per la città deve trattenersi dal baciare il fidanzato? e tenersi per mano poi...proibito! e abbracciarsi...genera sospetto.
Non capisco e non mi voglio nemmeno sforzare di capire.
Io ho amici gay, uomini e donne che siano, uomini o donne che si sentano. Chi se ne frega.
Gli voglio molto bene, certo sono miei amici. Ma soprattutto li rispetto più dei miei amici etero perche sono coraggiosi. Già perchè ci vuole una bella faccia tosta ad essere gay oggi, in un mondo intollerante come questo, in un paese clericale come il nostro. Per questo loro il mio rispetto lo avranno sempre, anche per quello che sono.
E per mio figlio sono gli zii. Non è solo un fatto affettivo. Lui ha imparato a conoscere tutto di loro, i loro baci e i loro abbracci. Gli stessi zii che gli hanno regalato la pista della macchinine. Per Ricky è normale, perchè la sua mente non è ancora stata inquinata dai giudizi intolleranti dei vuoti dentro.
Se molte madri facessero lo stesso regalerebbero ai loro figli una mente più aperta e forse una società più tollerante.
Io non credo che mio figlio quando avrà 13 anni si sentirà autorizzato a malmenare o insultare una coppia gay che si bacia per strada, al massimo se vedrà qualcuno farlo gli dirà "giù le mani dai miei zii".

mercoledì 2 settembre 2009

Self service? no grazie

Ma io dico! Ormai trovare un benzinaio con la sua bella tutina colorata e sporca di grasso che ti fa la benzina è una rarità. E' tutto un proliferare di pompe self service. E non di domenica. E non solo di notte. Un mercoledì mattina qualunque. Io non posso pensare di fermarmi a far benzina con tacco 10 e un abitino-ino e usare le mie manine sante del cielo. Mica perchè non ne sarei capace. Ma perchè io in macchina ci lavoro, e mica posso mollare l'ufficio così! Ecco la scena che si presentava stamattina:
erano le 9.20 e come al solito ero al telefono tutta concitata con Tiffany, il rossetto tra le mani, l'agenda buttata sul sedile di lato insieme alla borsa e la pinzetta pronta ad essere pescata dalla pochette...all'improvviso vedo la Shell. La spia lampeggiava, ero evidentemente in riserva quindi meglio fare un pit stop. Mi posiziono, aspetto qualche secondo e nulla. Era tutto self-service!
Ma dico io, è mai possibile? Mi sarei dovuta fermare, stoppare la chiacchierata sui massimi sistemi dell'universo, raccattare tutto il mio ufficio, ricomporre una parvenza di borsa, fare benzina, entrare per pagare, aspettare la ricevuta, rimontare in macchina, richiamare Tiffany.
Una perdita di tempo e di energie ingiustificata, no?
E invece io sono fuggita alla ricerca di un omino che la ricevuta me l'ha pure gentilmente allungata dal finestrino. Dopo tutto amo la tradizione. Protesto formalmente contro i benzinai moderni, sono una nostalgica dei bollini io!

domenica 30 agosto 2009

Sempre più in alto

Quando la testa sembra un frullatore, quando è come se ti sentissi impastato, tritato, cotto e mantecato dal Bimbi...non c'è niente di meglio. Prendere e andare. Se è vero che partire è un po' morire. Io credo invece che partire è un po' capire. Capire e anche un po' guarire.
E d'improvviso tutto passa. Magari non tutto, ma l'importante è lasciarsi indietro il superfluo.
Quello che crea una patina gelatinosa su tutti i nostri pensieri nel frullatore. Ciò che ci fa vivere in maniera amplificata ogni cosa.
A forza di gelatina troppi calessi che sembravano amori, troppi non-problemi che sembravano ostacoli, troppi capricci che sembravano bisogni.
Quindi per capire e guarire meglio staccare l'interruttore, quello del frullatore appunto. Sconnettersi da tutto. Ma non da tutti. Io vado in montagna, più in alto che posso. Mi sfinisco di fatica finchè ho più acido latttico in corpo che pensieri nella testa. Che meraviglia. Che vista. che silenzio. Che colori. Che odori. che sapori. E in montagna mi riconnetto, senza bisogno del wi fi

venerdì 21 agosto 2009

Chiedi credi ricevi.

Ma che succede? Fermi tutti. Voglio scendere!
Ma che dico? è una vita che ho il biglietto per questo treno e adesso...we bella non fare la matta che poi ti penti. Come quando hai cancellato il volo per Buenos Aires. Ma dico si può essere più cretine di così? Aspetti tutto l'anno e poi in dirittura d'arrivo ti fai prendere dal panico? O stavi cercando una scusa per mettere alla prova il destino? Beh bella stronzata che hai fatto, brava, brava!
E credevi forse che l'universo sarebbe stato buono buono a farsi manovrare? Bello scherzo che ti ha fatto. Tu qui, a chiederti se è giusto ciondolarsi per Milano con la pressione bassa mentre potevi startene felicemente al fresco della brezza invernale che spirava da Puerto Madero. Più ci penso e più penso che sei cretina.
Potevi camminare immersa nella tua felice e confortante solitudine tra le vie della ciudad portena rendendoti disponibile all'Universo. Ma no...ci siamo fatte prendere dalla paura noi!! Brava, ma non te lo avevo già spiegato mille volte che bisogna ascoltare il proprio istinto? e l'istinto diceva PARTI. Eh sì, non si smette mai di imparare.
Però ricordo anche che un giorno hai detto ad un amico "non ho ancora confermato la posada, è come se percepissi che sta per accadere qualcosa".
Ma se è vero che lui risponde a ciò che tu chiedi, non è che magari hai chiesto tu ciò che sta accadendo? Allora concentrati e stavolta non farti prendere dalla paura.
Sapevi che sarebbe stato. Volevi che accadesse. Hai chiesto. Hai creduto. Adesso preparati a ricevere. Non sei pronta? Non pensarci e lascia che sia. Prendi quel treno, ovunque ti porti avrai fatto un viaggio. E' per questo che vale la pena v-i-v-e-r-e. Pronto Universo? Cavolo c'è la segreteria.

domenica 26 luglio 2009

Signori non si diventa

So esattamente cosa vorrei dire. So esattamente anche come lo direi. Ma stavolta è troppo. Di sicuro offenderei qualcuno. E che si offendano pure quei mezz'uomini, quelli che si credono tanto bravi perchè ti strappano un sorriso. Guardate, cari miei, che il talento non sta nell'essere tanto abili da diventare argomento di conversazione con le amiche. Di qualcosa dobbiamo pur parlare, Vanity Fair si legge in poche ore e quindi nel tempo che resta...
Volendo trovare una metafora direi che in giro, in una città come Milano, ci sono un sacco di maschietti capaci di dare gran il sfoggio di sé ma di esaurirsi velocemente.
Avete presente Nick Camen? Ve lo ricordate? 1 sola canzone, gran clamore, il talento scoperto da Madonna e poi...il nulla. Tutto qui? Beh poi Madonna, la grande Madonna, ha perso la giovinezza ma non il vizio. Sempre ragazzi molto giovani, non ultimo Jesus. Sua mamma quando lo ha battezzato ha giusto un filo peccato di presunzione. Bello è bello. Ma come tutti i giovani Madonna si renderà conto che dopo avergli fatto fare un giro al Luna Park, avergli comprato le caramelle, lui non avrà attenzioni per lei. Così la signora si dirà: "caro Jesus, sei bravo a letto, hai un corpo da favola, ma il vero signore si vede fuori dal letto".
E il povero Jesus un giorno si morderà i gomiti. Peggio per lui, ha avuto una grande occasione e se l'è bruciata. Dovrà crescere per capire che signori non si diventa.

lunedì 20 luglio 2009

Sul rovente asfalto

Oggi è accaduta una cosa strana. A dire il vero oggi sono accadute molte cose strane. Ma non voglio raccontarle tutte. Solo un gesto degno di nota.
Autostrada VE-MI, ore 14.40, sole che bruciava, poco dopo l'uscita di Agrate all'improvviso ci si ferma.
Un gran brutto incidente si viene a sapere dal camionista che è fermo accanto a me, perchè loro con CB si dicono tutto. Una vera community, reale non virtuale.
Il termometro sull'automezzo del signore tutto tatuato sul collo segna 37°. Si scende per sgranchirsi un po' le gambe e per sentirsi meno sconsolati. Però fa troppo caldo. Il refrigerio lo da l'ombra di un TIR con la targa appesa col fil di ferro.
Passano 5 ambulanze, chissà quanti mezzi dei vigili del fuoco e l'elicottero minaccia ore interminabili da passare lì.
In quei pochi mq di ombra c'è una famiglia di Barcellona ed un signore inglese con un accento adorabile. Improvvisamente siamo tutti amici. Tutti vicini di ombrellone.
E poi c'è il signore gentile, quello che scende dalla Jaguar alla mia destra. Si preoccupa perchè in auto con me c'era Ricky che aveva caldo e sete. Si rammarica di non avere dell'acqua da offrirmi.
Passa un'ora, poi due. Ricky nel frattempo si è addormanetato meno male. Il signore gentile mi si avvicina e mi da una bottiglia d'acqua, fresca gelata. Ma dove l'avrà trovata quella bottiglia fresca gelata? Fuori ancora 37°. Dice che lui mica muore. Me la regala. Che gentile. Che bel gesto.
Grazie lei è molto gentile.

mercoledì 10 giugno 2009

Nell'era dell'eco sostenibile

Si sa, tutto ciò che è usa e getta deve essere ecologico, biodegradabile o quantomeno reciclabile. La cosa ideale sarebbe usare e riusare gli oggetti fino all'usura, fino alla fine del loro ciclo di vita. Ma non si fa più. Si usano una volta e poi ci stanchiamo. E' uscito un nuovo modello. Non mi serviva veramente. L'ho voluto tanto, ma poi non sapevo che farmene. Ero curiosa di vedere se funzionava veramente. E così facendo buttiamo di tutto. O creiamo cimiteri di oggetti in angoli remoti della casa. Tanto le cose mica lo sanno. Mica si lamentano. Mica avanzano pretese. Mica ti mandano sms il giorno dopo chiedendoti spiegazioni.
Nell'era dell'eco sostenibile bisognerebbe stare un po' più attenti. A tutto.
Ciò che compriamo, ciò che scegliamo, persino chi frequentiamo. A meno che uno in casa non decida di farsi un ripostiglio dove tenere ibernati amici, fidanzati, trombamici, amantiperunanotte. Così tanto per lasciarli in stand by e al bisogno scongelarli. Usi, congeli, riusi, ricongeli. Come le vaschette di alluminio. Finchè la vaschetta si rompe, il meccanismo si inceppa, finchè il trombamico si incazza.
Nel frattempo, però, la vaschetta è stata molto utile, più volte. Ci ha procurato una cena quando nel frigo sentivamo l'eco. Ci ha custodito gli avanzi di un pranzo in cui avevamo leggermente cannato il calcolo delle porzioni. E quindi, se proprio dobbiamo poi disfarcene, almeno usiamola. Anzi usuriamola!
Facciamolo per il pianeta. Facciamolo per non sprecare energia. Facciamolo per non sprecare un'occasione di vivere. Fin quando fa male, fin quando ce n'è...

venerdì 5 giugno 2009

S.M.S. (Save My Soul)

Una volta, una persona che mi ha voluto molto bene me lo aveva detto: sei di ghiaccio! Indignata non mi sono riconosciuta nel giudizio. Io di ghiaccio? Ma siamo matti? Io che vivo ogni attimo della vita con passione e che eccedo in ogni manifestazione di gioia? Mava....
Però adesso, a distanza di parecchi mesi, non vorrei ma devo dargli ragione.
Non so raccontare bene la sensazione di paralisi di fronte ad una esplicita manifestazione di affetto.
Ora mi spiego meglio anche tutte quelle volte in cui ho sperato che accadesse qualcosa che poi non accadeva mai. Non lo volevo davvero. Facevo in modo che non accadesse. Opponevo resistenza. Facevo scudo. Avevo altre priorità. Accampavo mille scuse. Davo colpe ad altri.
Questo atteggiamento di me però, adesso che l'ho messo a fuoco non mi piace. Mi privo inconsapevolmente di molte opportunità e magari di un po' di felicità.
Non sarà facile ma questo ghiaccio lo voglio sciogliere. Mi serve aiuto.
S.M.S.
Save My Soul

sabato 16 maggio 2009

La legge dell'attrazione

Quanto scritto non ha nulla a che vedere con l'attrazione uomo-donna, o comunque non si riduce solamente a questo.
Io sono energia, siamo tutti energia. Questa teoria sostiene che noi attraiamo quello che pensiamo. Questo vale anche se la frase o il pensiero inizia con un "non".
Per esempio se io pensassi intensamente "non voglio più uomini gelosi" tac, come per incanto mi ritrovo un uomo bilancia geloso e mezzo pazzo che di equilibrato non ha proprio nulla.
Adesso ho capito, quindi. Devo concentrarmi su cosa voglio veramente, su quali obiettivi voglio raggiungere. Perchè io sono energia ed attraggo energia.
Vediamo...voglio ...voglio...i-n-n-a-m-o-r-a-r-m-i.
Gente, se funziona abbiamo risolto il problema delle fonti di energia eco-sostenibili.
In un colpo solo divento azionista di maggioranza dell'Enel, perdo 3 kg, risolvo il problema rughe (e non scendo troppo in dettagli) e le mie amiche ninfomani danno un party con cocktail a base di Polase, visto che la mia pressione bassa a questo punto salirà più dell'indice Nikkei negli anni '90.

lunedì 11 maggio 2009

Ho una passione dunque esisto

Che meraviglia avere una passione. Che ricchezza averne tante.
C'è chi come me mangerebbe tutto quello che cucina e cucina tutto quello che ama mangiare, a tal punto che non so più se la mia passione è cucinare o la libidine che il cibo mi procura.
E poi c'è il Tango. E poi ci sono le mie millestoriediunatanguera. E poi la vita, con passione.
E c'è MG. Lui balla Tango, quindi è un ballerino? Lui caccia immagini con il suo occhio indiscreto, quindi è un fotografo? Lui ama la musica, quindi è un musicista? No, non è finita. Per i suoi ragazzi lui è il Prof.
Me li ricordo io i miei Prof. Mi era difficile persino immaginarli in una vita al di fuori della scuola e della sola materia che tentavano di insegnarmi. E chissà se lo sanno loro, i ragazzi, che lui è tutte queste cose e tante altre ancora. Chissà se lo sanno loro che è così ricco.

giovedì 7 maggio 2009

I have a dream

La scorsa notte ho fatto un sogno. Anzi, IL SOGNO. Ho sognato che mi ero innamorata, di nuovo.
Lui era bello, affettuoso ed io ero totalmente invasata, completamente immersa nella fase piena dell'innamoramento. Già, perchè come F.Alberoni ci ha insegnato dalle pagine dei suoi saggi e alle lezioni di Sociologia del I° anno, una cosa è l'Amore ed un'altra l'Innamoramento. Se vogliamo semplificare possiamo vederle come consequenziali. Ma non è solo questo.
Le rane nella pancia quando lo vedi sono innamoramento. Le carezze della buona notte sono amore.
Le pericolose asistolie quando squilla il telefono sono innamoramento. Ti faccio la camomilla nel cuore della notte perchè hai esagerato con i Negroni è amore.
Fisso quella maledetta porta tutta la sera nella speranza di vederti entrare è innamoramento. Ti aspetto fino alle 22 per la cena è amore.
Mi cambio 6 volte d'abito, mi cospargo di Chanel n.5 e mentre mi specchio nel riflesso ci vedo te è innamoramento. Metto quel vestito nero bon ton perchè ti piace tanto è amore.
Ti vedo perfetto e sogno come saranno i nostri figli è innamoramento. Accettano che mi si dica che nostro figlio è tutto suo padre è amore.
Passo più tempo a pensare a te che al cibo è innamoramento. Preparo la tua cena preferita anche se avrei preferito che mi portassi a mangiare un sushi è amore.
La scintilla e lo scoppiettio di quando i ceppi si asciugano dall'umidità sono innamoramento, ma il fuoco che scalda nel camino per ore e che irradia luce è amore. Attenzione però, non siamo mica nati tutti fuochisti. Saper alimentare il fuoco è arte rara. E l'amore, come il fuoco, ha bisogno di esser tenuto vivo. E mai senza ossigeno, per non soffocare.

mercoledì 6 maggio 2009

La mia Buenos Aires

E' tutto l'anno che aspetto, anche se cerco di non pensarci troppo. Ogni tanto però cedo alla tentazione e mi faccio coccolare dai mille ricordi.
La città immensa, gli odori, le empanadas, el bife, l'aria pungente quando il sole tramonta, i club sandwich a Porto Madero, le suole delle Nike consumate tra le strade di San Telmo, le case da cartolina, il piropo, i Gotan Project nel mio I-Pod, la mappa lisa sempre in tasca, il cappuccio sulla testa, la crema de leche, la Posada de la Luna, Paco y Eli, le scarpe di Commes il Faut, Loredana e Renato, la fiera di San Telmo, le fotografie appese, i cortili, el Tangauta, i barrios, la Boca, il mate, il vino tinto, le lezioni da Tango Bruco, la Viruta, il Salon Canning, la Pratica X, Porteno y Bailarin, le midialuna calde a colazione, scene di un film girato alla Confiteria Ideal, gli autobus coloratissimi e fumosi, il purè di carabaza, i parchi, i pesos, i cartoneros, il Cafè Tortolì, Thanos Kassidis, Gaston Torelli, quel favoloso abbraccio di Armando, le pratiche tanguere con Damian, il seminario al femminile di Graciela Gonzales e le sue teorie sulla vagina, le noccioline tostate all'angolo della strada tornando a casa, Maria y Felipe, i taxisti gentili, il massaggio a fine giornata, il bagno blu puffo, il parquet che scricchiola, il mio quarto "Luz de Luna", i cellulari walky talky, il ciao che significa arrivederci, la musica ovunque, il Tango, il Tango, il Tango...

domenica 3 maggio 2009

Perchè complichiamo le cose semplici?

Sarebbe stato facile fin dall'inizio. Ma poi superato un certo momento si giunge al cosiddetto punto di non ritorno. Dopo quel fatidico giorno, in cui mi sono morsa la lingua e non ho detto quello che pensavo, anzi ho detto l'esatto contrario, la situazione si è complicata. Da quel momento è stato difficile dire qualsiasi cosa, ciascuno trincerato dietro la propria maschera, ognuno nascosto dietro il proprio ruolo.
Sarebbe stato un cliché, ha detto la mia amica Ila.
Anche tu però...come al solito ammiccante ed evasivo, a volte allusivo non mi hai mai reso la vita facile.
Ci ho provato e riprovato, non so quante volte, ad esserti amica. Mi ero convinta che potevo farcela, che non mi facevi più alcun effetto, e poi in 3 maledetti minuti ricrollavo, incapace di reggere di fronte a tanta intensità.
Ma figurati tu non l'avrai nemmeno capito. E magari non l'hai nemmeno vissuto!
E quindi quell'energia era solo mia? Io la generavo, io l'alimentavo, io mi ci logoravo?
Peccato, sarebbe stata una cosa tanto semplice, parlare, capire, chiarire, magari amare...e invece complichiamo sempre tutto. Facciamocene una ragione. Le cose semplici, e la loro bellezza, non sono di questo mondo, umano. Marte e Venere sono troppo distanti.

giovedì 30 aprile 2009

Mai nulla accade a caso

Questa sarà la fiera dei luoghi comuni, metto le mani avanti.
Le coincidenze di cui siamo testimoni sono tutti segni e a me ne succedono sempre tante, in questi giorni poi non ne parliamo!
Ho sempre pensato che fosse tutto scritto, che facesse tutto parte di un disegno più grande in cui siamo solo i personaggi di un intreccio in qualche modo già tracciato.
Però, c'è sempre un però ...e chi sono io per negare questa regola?
Il mio però dice che a volte ci troviamo davanti ad un bivio rappresentato da una scelta, di fronte a noi diverse possibili soluzioni, nella nostra mente la confusione più totale. E tutt'intorno apparentemente l'assenza di segni. Ed ecco il però: i segni ci sono eccome!
A volte è la pioggia che ti suggerisce di non mettere le scarpe open toe, a volte è la telefonata di lavoro che ricevi da cui scopri cose curiose, altre volte ancora invece è ciò che una persona apparentemente insignificante nella tua vita può d'improvviso farti capire.
E qui scatta il luogo comune preannunciato: chi si assomiglia si piglia. Mi riferisco a personcine che non sanno essere chiare, che temono di guardarsi intorno e ritrovarsi sole, per questo usano una ragnatela invisibile per tenere attaccate a sè le persone, spargono polline come fossero api laboriose, e altrettante personcine bisognose di attenzioni raccolgono, povere loro...
Ebbene, di persone così non saprei che farmene, ora lo so. Dopo tutto ...mai nulla accade a caso.

martedì 21 aprile 2009

Il rumore del silenzio

Mi aspettavo questo silenzio. Succede ogni volta che cerco di farti appoggiare i piedi a terra. Sapevo che non avresti detto nè scritto una parola. Fedele al tuo personaggio, sfuggente anche alla tua ombra vuoi solo giocare. Non credo riusciresti a fare altro. E forse non sarei nemmeno pronta a cogliere altro. Chissà?!
Questo silenzio per me è assordante. Credo sia l'eco delle voci che sento da troppo tempo e che rimbalzano nella mia testa. Domande senza risposte, paure senza coraggio.
Beh una cosa la devi sapere però: io non farò più nulla, nemmeno lo sforzo di leggere i tuoi messaggi subliminali. Il bianco è bianco, non spacciamolo per nero.
Ma tanto non ce la fai...
E adesso facciamo silenzio.

domenica 19 aprile 2009

Le parole che non ti ho detto

Un po' come per questa crisi, alcuni dicono che "servirà a fare un po' di pulizia" anche io sono arrivata al momento della recessione del cuore. E anche io ho bisogno di fare pulizia intorno a me. Non si va più avanti. Così non è proprio possibile.
Da ormai troppo tempo mi faccio domande su di te, ma non le faccio a te. Parlarti non è cosa semplice, pensarti e aspettarti nemmeno. Anche tu però, ma ci fai o ci sei?
Possibile che quando ti ho di fronte io non sappia fare di meglio che ironizzare sulle tue battute, stemperare i toni e trattenere il respiro?
Sarebbe bello poterti dire tutto, trovare il coraggio...ma tanto tu mi spezzerai il cuore e io rimprovererò me stessa ancora più di quanto odierò te.
Tanto non ci credo che non l'hai ancora capito...che rabbia mi fai!

lunedì 2 febbraio 2009

I bravi maestri trasferiscono molto più di quanto insegnano

Ho sempre provato una sorta di innamoramento per i maestri della mia vita. Anche se insegnavano ad aule intere io riuscivo ad instaurare un canale bidirezionale preferenziale. Non con tutti, solo quelli con la grande M.
Perchè si fa presto a dire maestro, professore, guida, guru, mentore...ma esserlo è un'altra cosa. Essere un bravo Maestro significa portare l'allievo dove nemmeno lui sa di poter arrivare. Significa sperimentare. Significa donare. Si crea una sorta di sintonia, a volte anche ostile, che genera un'energia pazzesca.
A scuola ero pigra. Adesso ho capito perchè. Era tutto troppo lento, già scritto, già vissuto da altri. Nessuna sperimentazione. Nessuno stimolo. O almeno quasi mai.
Poi si cresce e un po' si capisce quanti sia difficile insegnare, perchè prima bisogna sapere. Quanto è difficile trasmettere il principio, poi il metodo, solo alla fine il contenuto.
Sono stata fortunata, ho avuto tanti bravi Maestri. Alcune delle persone con cui ho avuto il piacere di lavorare sono state anche maestri, a volte inconsapevoli. Certo finito il tempo delle tabelline inizia quello dei veri insegnamenti della vita.
Oggi ho capito una cosa importante. Per poter insegnare bisogna saper dare. Serve guardare oltre i limiti, fingere che non ci siano. Se a scuola si dicessero meno "bravo" e più "possiamo fare meglio" si imparerebbe la lezione più importante: non fermarti ai primi successi, vai oltre, supera i limiti e soprattutto fallo solo per te stesso".
Il risultato è serotoninico, ne vale la pena!
Grazie a chi lo fa con passione.
Grazie ai miei Maestri se sono quella che sono.

domenica 1 febbraio 2009

Gli uomini sono come un paio di belle scarpe comode

Cosa cerchiamo veramente quando scegliamo un uomo? che sia bello? che piaccia alle amiche? che sappia quale vino ordinare a tavola? che sia toro e che questo poco c'entri con l'astrologia? che magari non sia sposato? ognuna di noi ha i suoi criteri di selezione. Un po' come per le scarpe. Alcune non rinuncerebbero ad uno stiletto impraticabile per 8 ore tra corridoi, marciapiedi, freno e frizione. Altre se non sono comode nemmeno le considerano. Altre ancora solo top di gamma, Prada e Casadei, ma anche Laboutin e se vogliamo farci un gran regalo allora Jimmy Choo e lo raccontiamo a tutto il mondo. Poi ci sono le lungimiranti, quelle che "questo modello è un evergreen, posso metterlo anche la prossima stagione che non mi stanca".
Alla fine è chiaro perchè agli uomini piacciono tanto le scarpe da donna, sono molto simili.
Quindi quando scegliamo un paio di scarpe è un po' come decidere se quell'uomo lo volgiamo o no.
Ma se possiamo permetterci di investire 400€ per un paio di Prada che poi dobbiamo portare a mettere in forma perchè ci fanno male (in saldo il 36,5 non c'era più), possiamo modellare una persona perchè ci calzi meglio?
No. Non oggi. Non dopo tutto. Adesso lo vogliamo comodo, elegante, che costi il giusto prezzo, sia bello da mostrare, ci coccoli i piedi, e che non ci stanchi dopo una sola stagione.
Ha senso cercarlo? E chi può rispondere? Però finchè penseremo che c'è una speranza gireremo un sacco di negozi, sfileremo sulla moquette davanti agli specchi, strizzeremo l'occhio ai commessi senza comprare. Il nostro paio di scarpe da urlo è lì da qualche parte, speriamo che sappia scaldarci il cuore... dopo averci regalato dei fiori.

martedì 27 gennaio 2009

Oggi è un bel giorno

Oggi non sarebbe stato un giorno speciale, ma nemmeno un brutto giorno, semplicemente un giorno come tanti, pieno di cose, telefonate, CV, caffè...
Ma verso sera un avvenimento apparentemente insignificante, che non leggerete mai sui giornali nè vedrete su YouTube mi ha praticamente lasciata basita. La mia migliore Amica di tutti i tempi è finalmente comparsa su FaceBook, questo gigantesco altare delle Carrambate, madre del pettegolezzo on line, patria suprema degli show off.
Già direte voi, non sarai mica la prima a rivedere le vecchie foto di classe delle elementari...no, è molto di più! Io so e lei sa.
Ma adesso, come si possono recuperare 12 anni ? la verità è che non si può. Quando è nato Ricky lei non c'era a fare da madrina, quando M. si è sposata io non c'ero a fare da testimone. Raccontare non è vivere. Ma la vita è anche questo, ci fa apprezzare non quello che abbiamo perso ma ciò che riscopriamo. E io oggi ho riscoperto quanto il ricordo di lei e della nostra amicizia mi emozioni ancora. Per questo oggi è un bel giorno. Bentornata Mara.

sabato 24 gennaio 2009

A volte ritornano

Questa è proprio bella.
Più di 10 anni fa io e lamanu andammo a trascorrere il capodanno a Roma, forse il capodanno più divertente della mia vita. Abbiamo girato la Roma coi romani, dormivamo sulla Cassia, scarrozzate da un gruppo di indigeni pazzi e a cui non veniva mai sonno. Ricordo che arrivavamo in hotel alle prime notti dell'alba...ogni notte!
Ricordo i tagliolini al tartufo alla Locanda dei Principi a Bracciano, ricordo le lunghe camminate nella città eterna, e ricordo di un tipo che una sera diceva di vedere il prato dove invece c'era l'autostrada...ma questa è un'altra storia.
Tornando a Roma. Un pomeriggio in Piazza Navona ci imbattiamo in un gruppo di milanesi, subito scambio di sguardi con lui, G. , subito al rientro a Milano usciamo insieme, subito scopro che non è proprio completamente libero da legami...
Breve ma intensa e divertente. Lui difficile da dimenticare, difficili da dimenticare anche i suoi occhi blu ed il suo ragù (più che altro di sua sorella, quella col ristorante). Ma passiamo oltre.
Passano gli anni. Mi capita di leggere il suo nome su una lista di invitati ad una convention. Mi raggelo. Ricordo di aver chiesto al mio collega I. di occuparsi lui di quella faccenda, non volevo turbamenti di sorta. Sai com'è, meglio non risvegliare certi ricordi.
Intanto scopro che non si trattava di omonimia, era proprio lui! Cavolo ma che coincidenza. Vabè, inganniamo il destino e fingiamo di non aver mai letto quel nome su quella maledetta lista.
Passano altri anni.
Alle 7 del mattino assonnato di un settembre a Linate lo rivedo, quasi ci scontriamo, lui non si accorge. Ecchecavolo, ma allora qui qualcuno sta cercando di dirmi qualcosa...vabè ignoriamo la cosa anche 'sta volta, dopo tutto proprio qualche giorno prima eravamo diventati amici su FB.
Passano i mesi.
Stasera mi collego, pronta per lavorare, e G. mi scrive in chat " ciao, anche se non ci conosciamo è carina la tua foto..." e porcavacca, ma come non ci conosciamo? praticamente sei la mia ombra, ti vedo ovunque io vada, una volta per un certo periodo è seguito anche il buongiorno dopo la buonanotte, e tu manco mi riconosci?
ah questo sì che vuol dire lasciare il segno!! Brava Nikita!!
Ok vabè, ho cambiato i capelli, ma il nome no chiribbio!

Adesso capisco perchè la mantide religiosa uccide la sua preda dopo essersi accoppiate, per non sentirsi dire 10 anni dopo..."noi ci conosciamo?"

Voglio proprio vedere come rimedierai caro G. ...ah sì sono davvero curiosa!

Caro Gesù Bambino...

"Caro Gesù Bambino, grazie per avermi fatto fare un po' il bravo e un po' il monello. Proteggi tutte le persone che sono in ospedale e falle guarire. Grazie sei un genio."
La mia piccolapeste, per quanto peste è anche un puro, quindi questo è solo frutto della sua mente di 5 anni.
Guardarlo dormire sembra un miracolo, la quiete dopo la tempesta, e solo chi lo ha conosciuto e visto Attila all'opera sa di cosa parlo. Poi è bellissimo, ma dopo tutto chi sono io per dirlo?
Cor 'e mamma; )

Sogni d'oro amore mio.

venerdì 23 gennaio 2009

L'Everest e il punto G

Vi starete chiedendo cosa unisca questi due elementi. Ebbene pare che la mia pazzamicarossa finalmente sia tornata nel mondo dei vivi. Dopo mesi di lacrime inutili, discorsi insensati, 48ore in pigiama, scintille emesse dalle strisciate di carta di credito e razzie del frigorifero (quello di casa mia).!
E poi per chi? lui...manco degno di essere nominato, lui che la cosa più intelligente che abbia fatto è stata accettare un mio consiglio, anzi un monito: RENDITI INVISIBILE, SPARISCI! E meno male che il soprannome di Pitbull non me lo hanno appioppato per caso, si vede che sono stata convincente. Si vede che doveva andare così.
Comunque sia, storia finita (speriamo sul serio questa volta). La Tigre ed io ce lo auguriamo.
A questo punto è proprio il caso di servirsi della banalità dei detti comuni
MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO...IL MARE E' PIENO DI PESCI...
KIODO SCHIACCIA KIODO...beh a forza di inondare l'aria di profumo manco fossimo alla convention europea di Marionnaud, ecco il kiodo.
Sì, ma di quelli che si usano per scalare le montagne, per fare le arrampicate, visto che pare si sia raggiunto l'Everest e non ci vuole molta fantasia per immaginare il naturale collegamento con il punto G.

Evviva pazzamicarossa, bentornata, sfodera il bustier e butta il pesce avariato.

giovedì 22 gennaio 2009

Il diavolo veste Prada

Ebbene sì, l'ho già visto 6 volte, ho anche il dvd, eppure stasera non ho resistito. Delizioso. Ironico. Aspirazionale ai massimi livelli.
"Hai un disperato bisogno di Chanel" come si può resistere ad una battuta del genere?!
Mica a caso dopo averlo visto per la prima volta mi sono tagliata i capelli come Andrea, certo avrei preferito i suoi stivali di Chanel, ma la mia frangia non è male, soprattutto quando c'è qualcuno che durante un Tango me la "sminkia" (risposta: sminkiami la frangia quando vuoi!).
E poi vogliamo parlare del biondino? la mia sister Tiffany ne va matta, e come biasimarla, lo avete visto quando esce dal bagno con l'asciugamano in vita ed i pettorali in vista?
Il mio amico Karen-Samanta Jones avrebbe detto: "venti minuti mentre cuoce il riso ce li avrei persi!" Io il riso lo avrei fatto scuocere e chissenefrega!
Certo che però la miglior scena di pettorali/addominali in mostra in uscita dal bagno la vanta ancora il Dottor Bollore, direttamente da Grey's Anatomy...Anto' fa caldo!!

C'era una volta...

C'era una volta l'ansia da prestazione. Beh, fortunatamente la mia generazione se la ricorda a malapena! tutti giovani, tutti gagliardi, tutti con l'espressione da "mo je faccio vede io"...e bene o male se ne veniva sempre fuori.
Beh care ragazze facciamocene una ragione, adesso alla prestazione spesso manco ci si arriva.
L'ansia da prestazione è stata rimpiazzata dall'ansia da 2 di pikke.
Già, perchè ci vuole coraggio a raccontarcela oggi, dopo che noi fanciulle-Alice siamo uscite dal paese delle meraviglie, dopo che li abbiamo smontati e rimontati pezzo per pezzo roba che nemmeno il Lego di Ricky è così distrutto, dopo che abbiamo bruciato i regggiseni e indossato i perizoma (o come dice un mio amico meglio il Tanga del Tango)...
adesso, poveri loro, quando il gioco si fa duro i duri dove sono?
Quindi cara la-mia-amica-salsera sfoghiamoci pure sulle pagine del blog, tanto come ti ho già detto Marte e Venere non si incontrano!
Ciò non toglie che guai a privarci del divertimento di rincorrere Marte, poi io sono un'Ariete e Marte è il mio pianeta guida...fai te!

Dedicato a me

Sai quelle cose che uno dice sempre...prima o poi lo faccio? Ecco l'ho fatto.
Finalmente un posto, anche se virtuale, dove raccontare tutti i cavoli miei. Che figata di invenzione il blog! e lui, il blog, mica ti dice che parli troppo, quindi doppia figata!
Sia chiaro, non si fanno nomi nè tantomeno cognomi, solo nick...quelli sì! E se qualcuno dovesse riconoscersi nei miei racconti o commenti spietati beh...cavoli suoi!
Quindi leggerete delle mie vicessitudini, delle mie tante vite, dei miei stravaganti amici, delle mie improbabili esperienze, delle mie ricette sperimentali, dei miei sogni a volte assurdi, del mio divano nuovo, della mia vicina di casa, dei miei capelli, dei miei nuovi business (si legga come si scrive), del mio Tango (ah beh li possiamo aprire un mondo), delle mie scarpe, di cosa dicono i miei Tarocchi, della mia visione delle donne, del mio pensiero sugli uomini (XYZ"£*^ç@!!!) e ovviamente le tanto attese preghierine della buonanotte della mia piccolapeste.
Questo blog è dedicato a me, già, perchè come dico sempre io nessuno mi ama come mi amo io.
Sarò felice se vorrete leggerlo, amarlo, odiarlo, stimolarlo, arricchirlo.

Cara Nikita, io ti amo!