mercoledì 6 maggio 2009

La mia Buenos Aires

E' tutto l'anno che aspetto, anche se cerco di non pensarci troppo. Ogni tanto però cedo alla tentazione e mi faccio coccolare dai mille ricordi.
La città immensa, gli odori, le empanadas, el bife, l'aria pungente quando il sole tramonta, i club sandwich a Porto Madero, le suole delle Nike consumate tra le strade di San Telmo, le case da cartolina, il piropo, i Gotan Project nel mio I-Pod, la mappa lisa sempre in tasca, il cappuccio sulla testa, la crema de leche, la Posada de la Luna, Paco y Eli, le scarpe di Commes il Faut, Loredana e Renato, la fiera di San Telmo, le fotografie appese, i cortili, el Tangauta, i barrios, la Boca, il mate, il vino tinto, le lezioni da Tango Bruco, la Viruta, il Salon Canning, la Pratica X, Porteno y Bailarin, le midialuna calde a colazione, scene di un film girato alla Confiteria Ideal, gli autobus coloratissimi e fumosi, il purè di carabaza, i parchi, i pesos, i cartoneros, il Cafè Tortolì, Thanos Kassidis, Gaston Torelli, quel favoloso abbraccio di Armando, le pratiche tanguere con Damian, il seminario al femminile di Graciela Gonzales e le sue teorie sulla vagina, le noccioline tostate all'angolo della strada tornando a casa, Maria y Felipe, i taxisti gentili, il massaggio a fine giornata, il bagno blu puffo, il parquet che scricchiola, il mio quarto "Luz de Luna", i cellulari walky talky, il ciao che significa arrivederci, la musica ovunque, il Tango, il Tango, il Tango...

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