lunedì 30 novembre 2009

Ricaricabile

Diciamo subito per i miei amici telecomunicativi che non è un abbonamento.
Qui si parla di me...sai che novità, direte! Sono io che vorrei essere ricaricabile. Vorrei tornare a casa la sera e infilarmi nella presa di corrente, farmi piccola piccola per entrare in quei buchini.
Come un telefono dopo giornate piene di sms, mms, foto, chiamate fatte e ricevute, archivia, cancella, inoltra e rileggi...la batteria si scarica. Ma meno male che poi c'è il cavetto miracoloso.
E il mio cavetto dov'è? dov'è che posso farmi ricaricare io? a che cavetto mi attacco? a che Santo mi raccomando? inesorabile il suono intermittente mi segnala che la batteria è quasi in asaurimento, anche io sono quasi in esaurimento. Allora che si fa? Il telefono lo salviamo, facile, basta quel filo che lo tiene legato e lui presto potrà godere di nuova vita.
Ma io? il suono intermittente soffoca tra impegni, lavoro, impegni, figlio, impegni, lavoro, impegni, amici, impegni, impegni, impegni.
Impara a dire no. Questa è la soluzione pare. Già, ma non si impara in un giorno e nemmeno in un mese. E intanto mi spengo come il telefono tra le mani quando il cavetto...accidenti lo avevo lasciato in ufficio! Come vorrei essere ricaricabile!