lunedì 2 febbraio 2009

I bravi maestri trasferiscono molto più di quanto insegnano

Ho sempre provato una sorta di innamoramento per i maestri della mia vita. Anche se insegnavano ad aule intere io riuscivo ad instaurare un canale bidirezionale preferenziale. Non con tutti, solo quelli con la grande M.
Perchè si fa presto a dire maestro, professore, guida, guru, mentore...ma esserlo è un'altra cosa. Essere un bravo Maestro significa portare l'allievo dove nemmeno lui sa di poter arrivare. Significa sperimentare. Significa donare. Si crea una sorta di sintonia, a volte anche ostile, che genera un'energia pazzesca.
A scuola ero pigra. Adesso ho capito perchè. Era tutto troppo lento, già scritto, già vissuto da altri. Nessuna sperimentazione. Nessuno stimolo. O almeno quasi mai.
Poi si cresce e un po' si capisce quanti sia difficile insegnare, perchè prima bisogna sapere. Quanto è difficile trasmettere il principio, poi il metodo, solo alla fine il contenuto.
Sono stata fortunata, ho avuto tanti bravi Maestri. Alcune delle persone con cui ho avuto il piacere di lavorare sono state anche maestri, a volte inconsapevoli. Certo finito il tempo delle tabelline inizia quello dei veri insegnamenti della vita.
Oggi ho capito una cosa importante. Per poter insegnare bisogna saper dare. Serve guardare oltre i limiti, fingere che non ci siano. Se a scuola si dicessero meno "bravo" e più "possiamo fare meglio" si imparerebbe la lezione più importante: non fermarti ai primi successi, vai oltre, supera i limiti e soprattutto fallo solo per te stesso".
Il risultato è serotoninico, ne vale la pena!
Grazie a chi lo fa con passione.
Grazie ai miei Maestri se sono quella che sono.

domenica 1 febbraio 2009

Gli uomini sono come un paio di belle scarpe comode

Cosa cerchiamo veramente quando scegliamo un uomo? che sia bello? che piaccia alle amiche? che sappia quale vino ordinare a tavola? che sia toro e che questo poco c'entri con l'astrologia? che magari non sia sposato? ognuna di noi ha i suoi criteri di selezione. Un po' come per le scarpe. Alcune non rinuncerebbero ad uno stiletto impraticabile per 8 ore tra corridoi, marciapiedi, freno e frizione. Altre se non sono comode nemmeno le considerano. Altre ancora solo top di gamma, Prada e Casadei, ma anche Laboutin e se vogliamo farci un gran regalo allora Jimmy Choo e lo raccontiamo a tutto il mondo. Poi ci sono le lungimiranti, quelle che "questo modello è un evergreen, posso metterlo anche la prossima stagione che non mi stanca".
Alla fine è chiaro perchè agli uomini piacciono tanto le scarpe da donna, sono molto simili.
Quindi quando scegliamo un paio di scarpe è un po' come decidere se quell'uomo lo volgiamo o no.
Ma se possiamo permetterci di investire 400€ per un paio di Prada che poi dobbiamo portare a mettere in forma perchè ci fanno male (in saldo il 36,5 non c'era più), possiamo modellare una persona perchè ci calzi meglio?
No. Non oggi. Non dopo tutto. Adesso lo vogliamo comodo, elegante, che costi il giusto prezzo, sia bello da mostrare, ci coccoli i piedi, e che non ci stanchi dopo una sola stagione.
Ha senso cercarlo? E chi può rispondere? Però finchè penseremo che c'è una speranza gireremo un sacco di negozi, sfileremo sulla moquette davanti agli specchi, strizzeremo l'occhio ai commessi senza comprare. Il nostro paio di scarpe da urlo è lì da qualche parte, speriamo che sappia scaldarci il cuore... dopo averci regalato dei fiori.